I microbi dell’intestino non fanno solo “rumore di fondo”: comunicano con i nostri nervi
I microbi intestinali non sono semplici comparse nel nostro organismo: partecipano attivamente al dialogo tra corpo e sistema nervoso. Tra i messaggeri che usano per comunicare spicca la serotonina, una molecola celebre per il suo ruolo nella regolazione dell’umore ma, nell’intestino, protagonista del movimento e della sensibilità viscerale.
La serotonina è un neurotrasmettitore, cioè un segnale chimico che consente alle cellule di comunicare. Nel corpo umano, la maggior parte non si trova nel cervello, bensì nell’intestino, dove viene prodotta soprattutto dalle cellule della mucosa. Qui regola funzioni molto pratiche: la peristalsi (le contrazioni che spingono il contenuto intestinale), la secrezione di liquidi, la sensibilità al dolore e alla distensione, e perfino lo sviluppo della rete di neuroni che popola la parete intestinale — il cosiddetto “secondo cervello”.
È importante ricordare che la serotonina intestinale non attraversa la barriera emato-encefalica: agisce localmente e, legandosi alle piastrine, può influenzare anche i vasi sanguigni e il sistema immunitario.
Un recente studio pubblicato su Cell Reports ha individuato due specie batteriche umane — Limosilactobacillus mucosae e Ligilactobacillus ruminis — capaci di trasformare il 5-idrossitriptofano (5-HTP), precursore naturale della serotonina, in serotonina bioattiva.
Per verificare se questa “serotonina microbica” avesse effetti concreti, i ricercatori hanno utilizzato topi germ-free, cioè allevati in ambiente sterile e privi di microbi fin dalla nascita. Dopo aver introdotto i due batteri, i risultati sono stati chiari: l’aumento della serotonina nelle feci, una maggiore densità di neuroni nel colon e un transito intestinale più regolare. In altre parole, l’intestino si muoveva meglio.
I dati hanno trovato un’eco anche nell’uomo. Nei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS), infatti, la presenza di L. mucosae nelle feci è risultata più bassa: un possibile indizio del legame tra microbi, serotonina e disturbi della motilità.
Il messaggio è potente: alcuni microbi non si limitano a modulare la serotonina prodotta dalle nostre cellule, ma sono in grado di produrla direttamente, purché abbiano a disposizione 5-HTP. Questa scoperta apre nuove prospettive sul ruolo del microbiota nello sviluppo e nel mantenimento della rete nervosa del colon.
Le applicazioni cliniche, però, richiedono prudenza. Non è un invito al fai-da-te con integratori di 5-HTP o probiotici generici. La serotonina è coinvolta in molti processi corporei, e solo studi clinici rigorosi potranno chiarire se specifici ceppi batterici potranno essere impiegati per curare stipsi, dolore addominale o dismotilità.
In attesa di queste conferme, la via più solida per la salute intestinale resta quella collaudata: dieta ricca di fibre e varia, attività fisica regolare e buon riposo. Un intestino che funziona in modo armonico e un sistema nervoso enterico ben mantenuto rappresentano una difesa silenziosa ma efficace contro infiammazione cronica, infezioni ricorrenti e calo della qualità della vita. È qui che microbi, serotonina e longevità si incontrano.



